Clément Louis attraverso i suoi ritratti ci apre le porte verso diversi tipi di identità dove tutti meritano uno spazio per essere mostrati, conosciuti ed accolti.Parlare della pittura di Clément Louis significa parlare di inclusione di genere e di quel fascino a volte oscuro e drammatico delle persone che ritrae.
Clément nei suoi ritratti utilizza colori accesi, a volte violenti, che attraverso la miscela tra toni freddi e caldi riesce a manifestare un’estetica poetica e drammatica.
I soggetti espongono il loro corpo e la loro naturale sessualità, ma sono gli occhi l’elemento chiave di questi lavori è come se Clément riuscisse a coglierne con le pennellate quella verità, a volte nascosta nascosta.
Autentici e tragici i quadri del parigino Clément sono pieni di charm non conformista. Figure eccentriche, strane, regine, santi e peccatori di ogni genere, si incontrano nella pittura del artista. Un ritratto giovane e commovente del mondo queer degli ultimi anni, con quella eccitazione della libertà creativa e sessuale, che troppe volta ci viene repressa.
Puoi dirci qualcosa del tuo background artistico? Quando e dove è iniziato tutto?
Mi sono trasferito a Parigi quando avevo 19 anni per studiare fashion textile, ma è stato allora che è iniziata davvero la mia pratica fotografica. Dopo alcuni anni facendo moda e fotografia ritrattistica mi sono trasferito a Londra e ho incontrato il team dello Show Studio di Nick Knight ed ho iniziato a lavorare come illustratore di moda maschile durante la London Fashion Week. Poi, dopo alcuni anni nella moda, durante il lockdown ho capito che avrei potuto imparare qualcosa di nuovo. I dipinti ad olio mi hanno sempre commosso in un modo strano ed è per questo che ho iniziato a dipingere.
Ci spieghi il passaggio dalla fotografia alla pittura?
Il mio lavoro fotografico sembrava un dipinto, erano foto molto pittoriche e strutturate, era più come un’evidenza di quello che dovevo fare; ovvero prendere il ponte e imparare la tecnica pittorica.
Fotografi i tuoi modelli prima di iniziare a dipingerli?
Sì inizio sempre con una sessione fotografica a casa loro, per me è un momento importante perché c’è molta discussione e mi permette di capirli per ritrarli nel modo migliore.
Chi sono i soggetti dei tuoi quadri? Dove li recluti?
I miei modelli sono persone che ho incontrato tramite i social media, app d’incontri o fondamentalmente amici. Sono persone che mi hanno ispirato e sono un’importante rappresentazione della comunità queer. Li dipingo perché avevano bisogno di essere dipinti e appesi in una galleria.
Perché i ritratti sono così importanti per te? Cosa stai cercando di ottenere con i volti?
Sono solo ossessionato dai ritratti. Penso che non ci sia niente di più intenso che guardare un ritratto per iniziare una conversazione su emozioni, genere, sessualità e individualità. Gli occhi poi sono davvero un libro aperto che chiede di essere letto. Sono solo ossessionato dai ritratti.
Il corpo sembra essere un argomento importante per te, cosa ti piace di più del corpo?
È una parte importante dei miei ritratti. I corpi nel mio lavoro riflettono la sensualità, la sessualità e le emozioni, mostrando che la pelle può essere molto intima. Mi piace che sia la prima entrata nel mio lavoro prima di vedere i volti.
C’è un grande livello di intimità nel tuo lavoro, potresti parlarne?
L’intimità nel mio ritratto è il punto di ingresso per gli spettatori, è il modo per iniziare una conversazione silenziosa con loro. Penso che l’intimità sia una zona di comfort che può portare ad un bellissimo momento, che tutti stiamo cercando in questo mondo dove lottiamo per connetterci e per capirci.
Potresti spiegare il tuo uso dei colori, sono così vividi e presenti nel tuo lavoro. Hanno un significato specifico per te?
I colori sgargianti sono ciò che rappresentano noi queer.
Il mio lavoro è una lettera d’amore alla mia comunità e voglio dipingerlo nel modo più vibrante possibile.
Amo così tanto il fatto che tu stia dando alle persone LGBTQ+ un posto così nel tuo corpo di lavoro. Può spiegare questa decisione?
È una storia di rappresentazione e repressione. I messaggi forti devono essere ascoltati e visti. Sono pessimo con le parole, sono più bravo con i dipinti. Sto facendo del mio meglio per ritrarre ciò di cui sono più orgoglioso.
Quanta strada pensi che dobbiamo ancora percorrere come comunità LGBTQ+ per essere completamente accettati?
Quando guardo il telegiornale mi rattrista vedere che stiamo ancora complessivamente soffrendo. Il mondiale in Qatar mi ha fatto venire la nausea.
Spero che presto potremo finalmente essere rappresentati così come siamo senza essere nascosti o buttati via. Dobbiamo ancora lottare per i nostri diritti e la nostra accettazione ma in verità la vita senza di noi sarebbe meno divertente.
Se avessi il potere di cambiare il modo di pensare di qualcuno attraverso la tua arte, quale sarebbe?
Li farei sedere tutti a guardare i miei ritratti e si chiedessero in quale parte del mondo non appartiene la comunità queer. Forse pochi di loro cambierebbero il loro modo di pensare e capirebbero che tutti possiamo far parte di questo mondo.